LE MOSCHE DEL CAPITALE
LE MOSCHE DEL CAPITALE

Il professor Saraccini è un dirigente di seconda fascia della Direzione Generale del personale, relazioni sociali e pubblicità, immagini e servizi aziendali, La sua funzione si arresta alla valutazione dei quadri per la nomina a dirigente. Ma egli è considerato più che un gestore, un precettore e un confessore, un ottimo, sicuro selezionatore, chiaro nel giudizio sulla persona e su grado di cultura, professionalità, voglia di apprendere e di produrre. Ha gusto e discrezione; nessuno lo solleverebbe dal suo incarico.
Il Presidente ha cominciato ad apprezzarlo per la precisione delle sue relazioni, proposte, per la tempestività ed efficacia della loro praticabilità.

Raccomandazioni, elogi, vaghezze, coprono opinioni, problemi, opposizioni; poi promesse, congetture, di volta in volta negate, perfino rimproverate con sdegno e asprezza.
Il Direttore Generale del personale ha finito per cadere di peso in questi tranelli e ha dovuto dimettersi. Ha salvato la liquidazione e il preavviso, l'agenda personale e la cornice d'argento che aveva sulla scrivania. Non ha dato consegne né indicazioni per qualsiasi successione , è schizzato via con la sua BMW da fanfarone. Le sue competenze sono state assunte dal più giovane dei due amministratori delegati e da quel momento anche sparite. Ogni funzione, organo e atto insorge e procede per proprio conto, condotto o bloccato dalla pratica quotidiana, generalmente al di fuori, se non in opposizione, dei canali e degli spazi dei vari organismi aziendali
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